Nella scelta della caldaia o impianto di riscaldamento idoneo, dunque, dovremo tenere conto anche di queste variabili, oltre che di altri fattori.
Una delle soluzioni che maggiormente sembra venire incontro all’esigenza di risparmiare e di ridurre l’impatto ambientale è rappresentata dalle caldaie a biomassa, e a pellet in particolare, che negli ultimi anni sono state protagoniste di una forte espansione.
tra questi, i più utilizzati sono la legna a ciocchi, gli scarti cerealicoli e trito vegetale solido, il nocciolame secco tritato, il cippato (ossia legno ridotto in scaglie e caratterizzato da un alto potere calorifico e da una rapida combustione) e il pellet.
Il pellet, probabilmente uno dei materiali che negli ultimi tempi ha conosciuto una maggiore diffusione nel settore delle caldaie, è costituito da pastiglie di legno macinato e poi pressato in forma di cubetti.
Questi ultimi due tipi di caldaie, rispetto alle caldaie a pellet, possono presentare lo svantaggio dell’utilizzo di materiale più ingombrante e reperibile con minor semplicità.
Se lo spazio a disposizione non è molto, e quindi nel caso di appartamenti o abitazioni “standard”, la scelta migliore è costituita da una caldaia a pellet.
Per quanto riguarda il fattore “ecologico”, una stufa a pellet, in particolare, è da preferire ad altri tipi di impianti innanzitutto perché non vengono abbattuti alberi per alimentarla (il pellet deriva infatti dalla lavorazione degli scarti del legname) e in generale inquina meno di altri tipi di combustibili.
Il costo dell’installazione di un impianto a pellet varia a seconda del tipo di caldaia che scegliamo, ma in ogni caso, grazie al risparmio a lungo termine sui consumi e agli incentivi varati dal Governo, l’installazione di una caldaia a biomassa può considerarsi vantaggiosa anche da un punto di vista economico.
Articolo a cura di Francesca Tessarollo Prima Posizione Srl – web marketing agency
Fonte: Article-Marketing.it
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