Originariamente formata da 4 città (poi 5 con l’annessione del quartiere ebraico), è diventata la Praga che conosciamo solo nel 1784.
Di cose da vedere ce ne sono davvero tante e per farlo esistono numerose agenzie e tour operator che non mancheranno di indirizzarvi verso i siti più significativi di questa stupenda e magica città.
Infatti al momento della prenotazione del viaggio, l’agenzia aveva suggerito una serie di pacchetti che comprendevano visite guidate qua e là, ma io ho preferito fare per conto mio, fiducioso come sempre.
L’impatto, a dire il vero, non è stato dei migliori, anche perchè sebbene quasi tutti parlino l’inglese, io ne mastico davvero poco. L’italiano è poco conosciuto ed il dialetto siciliano mi è sempre servito a poco.
Tuttavia quel minimo di inglese imparato smanettando al computer (specie quando cerco di tradurre guide e tutorial) mi è servito notevolmente e già al cambio della moneta (per quanto membro dell’Unione Europea, la Repubblica Ceca ha conservato la propria moneta nazionale, la corona) mi sono accorto di quanto io riuscissi a comunicare anche in lingua anglosassone, con stupore anche di mia moglie…
Cambiata la moneta (circa 25 corone per euro ma ho trovato anche di meglio) abbiamo gustato un ottimo caffè in un bar all’aeroporto, acquistato un abbonamento per 3 giorni sui mezzi pubblici e quindi l’autobus 119 ci ha portati fino alla fermata Dejvická della Metro Linea A (verde).
Preso possesso della camera e sistemati i bagagli, siamo usciti e facendo il percorso inverso con il 107, siamo scesi a Dejvická e quindi, con linea verde Metro, a Staroměstská, nel cuore del centro città.
E da lì in poi bisogna girare, passeggiare, osservare quanto sia viva quella città. Già nel pomeriggio avevamo girato senza meta buona parte del centro, percorrendo circa una decina di chilometri a piedi ma senza avvertire stanchezza nonostante il caldo (35°).
Il giorno dopo visita al Ponte di San Carlo e quindi al Castello di Praga, dove a mezzogiorno abbiamo assistito al cambio della guardia del Palazzo Reale sotto un sole cocente.
Irene, giovane ragazza toscana, è promoter della White Umbrella, una delle tante agenzie locali che si occupano di organizzare gite ed escursioni con guida alle varie attrazioni turistiche della città e dintorni.
Gentile e molto educata, Irene ci ha illustrato le possibili visite da eseguire ma, soprattutto, è stata generosa di preziose informazioni sulle abitudini locali.
Abbiamo preso appuntamento per il giorno successivo proprio nella piazza dell’Orologio, Staroměstské náměstí (Piazza della Città Vecchia), dove abbiamo incontrato la nostra guida, Giuseppe, giovane ragazzo di origini calabresi ormai stabilitosi a Praga da qualche anno.
Beh… le mie convinzioni sulla possibilità di visitare Praga con la formula del “fai da te” sono svanite non appena Giuseppe ha iniziato il tour con il gruppo che si era creato.
Nel corso della visita guidata abbiamo rivisto gli stessi monumenti, ponti, chiese e quant’altro visti nei 2 giorni precedenti, ma solo grazie a Giuseppe ne abbiamo apprezzato i vari significati.
Finita la visita del mattino e grati a Giuseppe, non abbiamo esitato a prenotarci anche per l’escursione del pomeriggio al Castello di Praga, con le sue chiese dedicate a San Carlo, a San Giorno e San Vito, la via dell’oro, le piazze del castello ecc. ecc.
La particolarità dei ragazzi del White Umbrella è che tu paghi solo se sei soddisfatto del loro lavoro, nessuno ti chiede niente prima e paghi per quello che puoi o che vuoi. Da quello che abbiamo potuto vedere la simpatia e giovialità era comune a tutti loro, meno che a Pablo che sembrava assetato di corone.
Giuseppe (uno dei tanti giovani laureati che l’Italia si lascia scappare) che oltre che dotto era anche un ragazzo molto simpatico, pronto alla battuta, pacato ed amichevole, come Irene, è stato generoso nel dispensare consigli e suggerimenti per vivere al meglio Praga.
Non ultimo il suo consiglio di non cambiare mai soldi per strada per il rischio di ricevere moneta falsa o fuori corso e, data la reticenza di mia moglie nel consumare i pasti tipici locali a base di carne, di sedersi a tavola in qualche ristorante italiano, che ci ha indicato.
E grazie a lui abbiamo trovato Pulcinella (e già… vado a Praga e mangio pizza napoletana!), proprio in centro, locale caratteristico ubicato in Melantrichova 465/11 e frequentato da turisti di tutte le nazionalità. Le pizze che abbiamo mangiato nei giorni successivi erano molto più buone di quelle che, spesso, mangiamo in Italia.
Il venerdi infine, ultimo giorno di vacanza, abbiamo visitato il castello di Karlstejn, una trentina di chilometri da Praga e che abbiamo raggiunto in treno, per certi versi molto più suggestivo di quello di Praga.
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