Un viaggio avventuroso, pericoloso e ricco d’insidie, come testimoniano le rapine a mano armata che ha subito, l’evacuazione da una zona di guerra e perfino l’essere quasi mangiato dai coccodrilli.
[word_balloon id=”7″ size=”M” position=”L” name_position=”under_avatar” radius=”true” balloon=”talk” balloon_shadow=”true”]Levison Wood è uno scrittore e fotografo che ha coperto i conflitti, eventi e storie di tutto il mondo per oltre dieci anni. Il suo lavoro è descritto in pubblicazioni internazionali in tutto il mondo, tra cui la BBC, National Geographic, Forbes Magazine e CNN][/word_balloon]
Eppure, afferma, “…quei mesi sono stati i migliori della mia vita.”
“Sono sempre stato interessato alle storie dei grandi esploratori vittoriani, come Livingstone e quei ragazzi”, ammette Wood ” e questa è stata l’occasione per cercare di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima, anche se in realtà, è stata l’occasione di esplorare l’Africa nel 21° secolo e vedere come sono cambiate le cose e il modo di viverci.”
Il viaggio di Wood è iniziato in Ruanda ed ha impiegato ben nove mesi durante i quali ha percorso 3.750 miglia.
“E ‘stato necessario fare il viaggio a piedi, egli dice, “perché camminare è l’unico modo in cui si può realmente osservare sotto la pelle un paese.”
Nel corso della sua avventura è stato raggiunto più volte da una troupe della britannica Channel 4 (la rete ha in programma di mandare in onda un documentario in quattro parti che ripercorre i suoi viaggi). A volte ha viaggiato con una guida locale ma principalmente ha camminato da solo.
“La più grande difficoltà è stata mantenere la motivazione e lo slancio di svegliarsi ogni mattina, percorrere a piedi 20 miglia e farlo più e più volte,” dice “ed a volte, la monotonia è stata schiacciante.
Wood riconosce che la sua sopravvivenza è spesso dipesa dalla ospitalità degli abitanti dei villaggi locali, che per fortuna ne ha incontrati in abbondanza. abbondanza.
“Il popolo del Sudan”, dice, sono stati probabilmente i più gentili e generosi tra tutte le popolazioni incontrate.
“La popolazione del Sudan è spesso ritratta, specie dai media occidentali, come integralisti o fondamentalisti ed in effetti il governo lascia molto a desiderare, ma le popolazioni dei villaggi sono di gran lunga i padroni di casa più incredibili che abbia mai incontrato in tutto il mondo.”
Anche la condivisione dell’acqua, elemento raro e prezioso a quelle latitudini, viene fatta con generosità e questo è un atto di gentilezza estrema ed incredibile – dal momento che generalmente i villaggi distano circa 20 miglia a piedi dalla più vicina fonte.
Il cibo non è stato mai un granchè e durante l’attraversamento dell’Uganda ha subito anche un digiuno completo di ben due giorni.
“La mia guida aveva una fionda”, ricorda, “e qualche volta ha catturato dei piccioni.
Abbiamo mangiato quello che abbiamo potuto prendere. Altre volte abbiamo mangiato con gli abitanti dei villaggi incontrati.
Tra le prelibatezze locali stufati la cui base variava dalle cavallette ai ratti.”
Il viaggio chiaramente non è stato immune dai pericoli anche gravi. La Guerra civile nel Sud del Sudan è scoppiata poco dopo il suo arrivo.
Non appena giunto in quei territori ha cominciato ad ascoltare storie di morte e distruzione, incontrando anche colonne di profughi che si allontanavano dalle zone di guerra.
E’ stato lì che è stato arrestato e portato davanti a un comandante dell’esercito, il quale gli disse che non era il benvenuto minacciandolo di morte nel caso si fosse unito ai ribelli per continuare il suo viaggio.
Se avesse fatto il viaggio senza interruzioni avrebbe potuto stabilire un record.
Sebbene Wood abbia viaggiato per 3750 miglia a piedi in poco più di nove mesi, proseguire per i rimanenti 400 miglia non sarebbe stata una cosa sensata da fare.
Portare avanti il proprio progetto in quelle condizioni sarebbe stato equivalente al suicidio”.
E di questo Wood si dichiara ampiamente soddisfatto.
Il viaggio di Wood si è concluso in Egitto, dove il Nilo incontra il Mar Mediterraneo.
“E’ stato un momento catartico”, egli dice, “anche se con sapore agrodolce, quasi amaro.” “Quando si sta facendo qualcosa ogni giorno, per mesi e mesi, e poi quando si giunge alla fine, c’è comunque una certa tristezza,” ammette.
Fonte:- (CNN) – visita il sito web di Levison Wood
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