Di sicuro fa bene ed è molto buona da mangiare.
La pianta del pero appartiene alla famiglia delle rosaceae e la sua origine, seppur non esattamente localizzata con precisione, la si fa risalire all’Europa occidentale, al nord Africa ed all’Asia.
L’albero della pera è molto robusto e di medie dimensioni (può raggiungere i 15 metri di altezza), con radici molto profonde.
Il frutto, la pera, possiede proprietà benefiche ma è necessario consumarle fresche, perchè quelle inscatolate dalla grande distribuzione hanno proprietà neanche minimamente paragonabili.
La Cina è la nazione maggior produttrice di pere, con i suoi 7 milioni di tonnellate all’anno (ma chissà cosa ci mettono dentro!), mentre la seconda è proprio l’Italia con circa 1 milione di tonnellate l’anno.
Il prodotto emiliano, così come quello mantovano, altra zona di produzione della pera, è IGP, ossia con indicazione geografica protetta.
La pera, se proprio andasse conservata, andrebbe sottoposta a bassissime temperature e per il consumo, una volta scongelate, non mangiate prima di almeno 4 o 5 ore.
La pera è composta per il suo 84% da acqua, mentre la rimanente percentuale è composta da zuccheri, carboidrati, proteine, fibre alimentari e ceneri. I minerali che la compongono sono potassio, calcio, sodio, fosforo, magnesio, ferro, fluoro e, seppur in ridottissima parte, anche zinco e rame.
La pera è coltivata in tutto il mondo proprio per i vantaggi che l’organismo umano riceve con questa alimentazione.
Ricca di vitamine A ed alcune anche del gruppo B, C, D, K e J, ha il suo periodo di maturazione nel periodo compreso tra giugno e settembre.
Le varietà della pera sono moltissime e tra queste ricordiamo, tra le più diffuse in Italia, la William, la Abate, la Kaiser, la Conference.
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