La lunga notte di Sofia, questo il nome della fanciulla, inizia fuori della sua capanna situata su una collinetta, dove c’era un giardino nel quale Sofia coltivava fiori con i quali adornava la sua chioma di ricci dorati, e frutti con i quali si nutriva.
Per tutto il giardino e attorno alla capanna crescevano anche delle spine che impedivano ai fiori e ai frutti di crescere rigogliosi e permettevano appena l’accesso alla capanna.
A nulla servivano gli sforzi di Sofia per liberarsi dalle spine, anzi più ne tagliava più ne spuntavano fuori, le bruciava e in pochi minuti eccole di nuovo più forti e più numerose di prima, qualsiasi tentativo sembrava inutile, sembrava che non ci fosse niente al mondo in grado di estirparle.
Una notte le spine crebbero così tanto che impedivano a Sofia di uscire dalla capanna, provò tutto il giorno a uscire ma l’unico risultato che ottenne fu quello di arrivare a sera stanca, affamata e con le mani e il viso sanguinanti.
Si fece notte e Sofia si addormentò, il suo cagnolino girovagò per tutto il giorno e tutta la notte, ma non fu in grado di trovare qualcuno che capiva che voleva essere seguito, e che aveva bisogno di aiuto, quindi vinto dalla stanchezza riprese la strada di casa.
Era li lì per arrivare quando vide un nobile cavaliere su un bellissimo cavallo bianco e provò a farsi seguire da lui, ma neanche il cavaliere sembrava capirlo e si allontanava sempre più!
Ma più si allontanava più riecheggiava nelle sue orecchie il verso di quel piccolo cane, e più sentiva questo verso più gli sembrava che avesse un senso, finché non udì chiaramente: “Ti prego la mia padroncina è rimasta imprigionata nella capanna che si trova su quella collina, aiutami a liberarla!”
Il giovane e valoroso cavaliere tornò indietro al galoppo e finalmente arrivò alla capanna, sguainò la sua spada e cominciò a colpire le spine finché non riuscì a liberare l’uscio della capanna.
Entrò e trovò Sofia, gli apparì come la fanciulla più bella del mondo e se ne innamorò subito, prese lei e il suo cane e li portò al suo castello, lei ritrovò il sorriso, si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
Giusy P.
[word_balloon id=”4″ size=”M” position=”L” name_position=”side_avatar” radius=”true” balloon=”freehand_u” balloon_shadow=”true”]Giusy P. è la firma in calce a questa breve favola, rinvenuta su un vecchio sito web ormai non più online da diversi anni. Non sappiamo chi era e chi sia adesso, ma ci piacerebbe conoscerla.[/word_balloon]
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