Nell’economia nel dopoguerra gli Stati Uniti furono avvantaggiati dal fatto che le loro strutture industriali avevano continuato a produrre senza essere intaccate dal conflitto, dal momento che sul territorio americano non si era combattuto.
Ma anche Giappone e Germania, seppur devastati dalla guerra, vissero un sorprendente boom economico.
L’industria ed il terziario diventarono le principali fonti di ricchezza dei paesi industrializzati e la disoccupazione raggiunse i minimi livelli.
La ricchezza prodotta tra il 1945 ed il 1975 cambiò profondamente il tenore di vita della popolazione occidentale
Si affermò il concetto di Stato sociale, ossia un modello di Stato in grado di garantire il benessere ad ogni suo cittadino, adottando provvedimenti economici e legislativi mirati a colmare il divario economico tra le classi sociali.
Sebbene anche negli stati sottoposti all’influenza sovietica vi fu una forte ripresa economica e sociale, l’utilizzo delle ricchezze prodotte fu differente, non lasciando alcun margine al consumo individuale.
Esse infatti venivano reinvestite nell’industria pesante, in una dispendiosissima macchina burocratica che doveva garantire a tutti la stessa quantità e qualità di servivi, ma soprattutto nella corsa agli armamenti per stare al passo con la grande potenza americana.
La maggior parte di queste Nazioni uscivano da oltre un secolo di colonialismo sanguisuga e ora, pur disponendo di materie prime, dipendevano economicamente dai Paesi ricchi.
Questo perchè non avevano manodopera qualificata ed anche perchè l’industrializzazione era scarsa se non addirittura inesistente.
[word_balloon id=”4″ size=”M” position=”L” name_position=”side_avatar” radius=”true” balloon=”lower” balloon_shadow=”true”]Ancora oggi il dislivello non è colmato e in taluni casi è perfino aumentato.[/word_balloon]
Negli anni sessanta presero piede anche i movimenti di contestazione giovanile, sostenuti da una generazione che condannava la guerra, rifiutava gli sperperi del consumismo ed esaltava la necessità di raggiungere l’eguaglianza sociale.
Furono anche gli anni della grande protesta americana contro la guerra in Vietnam, che seguiva quella pure disastrosa in Corea, conclusasi con decine di migliaia di morti solo da parte degli U.S.A. fino alla capitolazione finale. In ogni caso la protesta si trasformò da culturale in politica.
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