Il bullismo si manifesta maggiormente tra bambini e ragazzi frequentanti scuola o ambienti di ricreazione (campi sportivi, oratorio, parco) compresi nelle fasce d’età dei 7-8 anni e dei 14-18 anni.
Quando ci sono questi tre elementi:
e cioè che il fatto si compie apposta per arrecare danno alla vittima
con azioni e comportamenti non occasionali ma mirati
insistendo sempre su un determinato compagno più debole rispetto a colui che compie le prepotenze
ci si trova di fronte a questo fenomeno che racchiude nella stessa categoria le vittime e i carnefici delle prepotenze compiute da bambini o ragazzi verso i propri coetanei.
Nel primo, la vittima viene colpita direttamente, fisicamente o verbalmente con offese e denigrazioni, calunnie e atti d’intimidazione, nel secondo la vittima viene colpita indirettamente escludendola dal gruppo, deridendola e isolandola.
Un bambino vittima del bullismo non andrà a “denunciare” direttamente il fatto, spesso per paura, ma presenta disturbi psicosomatici e psicosociali, frequenti mal di testa e/o mal di pancia, depressione, ansia, calo del rendimento scolastico.
La scuola ha il dovere di parlare del bullismo e di farlo conoscere a tutti, affinchè anche le piccole vittime trovino la forza di alzare la voce e di raccontare quello che è successo, cosi ché si possano punire i prepotenti ma anche aiutarli a correggersi.
Stesso discorso per la scuola, non ci deve essere omertà nè paura di parlare.
Se sei vittima o sei a conoscenza di atti di bullismo, prova a rivolgerti al Telefono Azzurro
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