A meno di non essere abbandonati alla nascita chiaramente, e ce lo dobbiamo tenere da quando, alla fine del Medioevo per questioni sociali è diventato immutabile.
La storia è più o meno uniforme e può fare testo quella italiana. In tempi arcaici era presente il solo nome, ma già negli ultimi secoli della Repubblica, presso i romani era invalso l’uso dei tre nomi, tria nomina:
Marco Fulvio Nobiliore, ad esempio, dove Marco è il preanomen, nome individuale, Fulvio è il nome, nomen, della gens d’appartenenza, in questo caso la gens Fulvia, e Nobiliore è il cognomen, all’origine per lo più soprannome per distinguere le varie omonomie.
In qualche caso, si aggiungeva anche un quarto nome, o nuovo cognome, agnomen, per diversificare ancor meglio una persona dall’altra. Naturalmente, c’era tra i nobili chi aggiungeva a proprio piacimento altri nomi-cognomi, costituendo a volte liste lunghissime.
Si riduce la distinzione fra nomen e cognomen, e si affacciano i supernomia o signa: nomi unici, non ereditati, dal significato chiaro, immediatamente comprensibile: Costantius ecc.
Con l’avvento del cristianesimo, sopraggiungono nuovi nomi ad aggiungersi a quelli pagani, con le invasioni barbariche altri ancora e la scelta è piuttosto vasta, non è difficile trovare il modo per distinguere un Deogratias da un Adelpertus.
È nel secolo XI che la possibilità di formare combinazioni incomincia a scarseggiare: la popolazione cresce e i nomi che girano incominciano a ripetersi, diventa sempre più difficile distinguere un individuo da un altro.
In Italia, i cognomi sono prima appannaggio delle famiglie ricche, ma nel 1200 a Venezia e nel secolo seguente in altre aree, anche se con qualche resistenza e ritardo, l’uso si estende agli strati meno abbienti della popolazione.
Però, è solo con il Concilio di Trento, 1564, che si fa obbligo ai parroci di tenere un registro ordinato dei battesimi con nome e cognome, per evitare matrimoni tra consanguinei. Il soprannome, o secondo nome, diventa ereditario. Dovunque? Qualcuno dice che fino a poco più di un secolo fa, c’erano ancora famiglia, in luoghi sperduti, che non avevano cognome “codificato”.
Da dove deriva un cognome, l’abbiamo detto: nomi di persona, vezzeggiativi, soprannomi, situazioni, nazionalità, provenienza, mestieri. E con tante di quelle varianti che traggono in inganno da costituire una lettura a volte spassosissima.
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