La maggior parte degli studiosi ritiene essere una regione situata tra India e Pakistan attuali, che verso l’anno mille abbandonarono per sfuggire alle devastanti invasioni di Mahmud di Ghazni.
Non è tuttavia chiaro se la regione indiana sia stata il luogo di origine primitivo della cultura zingara oppure piuttosto una tappa intermedia di una migrazione più complessa, dal momento che tale cultura risulta radicalmente diversa da quelle dell’area indiana.
La prima testimonianza scritta della presenza delle popolazioni romaní viene da un monaco georgiano, George Hucesmonazoni, del Monastero Iviron, sul monte Athos.
In questo scritto viene raccontato un episodio avvenuto nel 1054, durante il regno di Costantino IX Monomaco, nel quale viene utilizzato il termine “atsincani”.
Si ritiene che i primi immigrati di etnia rom e sinti siano arrivati in Italia nel 1392 come conseguenza della battaglia del Kosovo fra le armate ottomane e quelle serbo-cristiane: con la vittoria delle prime, si affermò l’influenza islamica nei Balcani.
Sebbene non esista uno schema generale della struttura sociale valido per tutte le etnie, si può affermare che fra gli zingari non esistano le classi sociali come si intendono comunemente.
La popolazione romaní normalmente adotta la religione praticata dalle popolazioni fra cui vivono.
I rom ed i sinti hanno la visione mitica di un mondo diviso tra forze oscure e contrarie, benefiche o malefiche, in perpetua lotta.
Le due forze sono Dio e il diavolo. Dio creatore, principio del bene e il diavolo, principio del male, sono ambedue potenti e in lotta tra loro. In Italia la popolazione zingara nel 2007 ammontava a circa 200.000 persone, di etnia rom e sinti.
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